Palm Wine

Palm Wine

01

2017


edited by

Simone Bertuzzi,
Marta Collini

Saggio Sull’Esotismo

01

Saggio Sull’Esotismo

2017


edited by

Simone Bertuzzi,
Marta Collini

Victor Segalen, medico della Marina francese, giunge a Thaiti nel 1903 dopo aver lasciato una Parigi scura e i suoi trascorsi nel simbolismo francese. Segalen segue le tracce di Paul Gauguin – che non incontrerà mai – e applica alla sua scrittura il medesimo sguardo del pittore: uno sguardo che asseconda, traduce, ma non ingurgita le diversità che sta osservando. Si lascia osservare, attraversare, piuttosto.

Nel 1907 pubblica Le isole dei senza memoria1, una raccolta di racconti sugli ultimi pagani delle isole della Polinesia, ovvero le macerie Maori lasciate avvizzire sotto i ferri del colonialismo più bieco; in questo testo Segalen ribalta la prospettiva antropologica tradizionale dando voce a Terii a Paraurai, Capo-dall’alto-parlare, un anziano tahitiano che racconta dell’invasione europea e dell’annientamento graduale delle popolazioni autoctone. Segalen, per interposizione, si fa apologeta dei nativi polinesiani.

Da quel momento Segalen vivrà una condizione di erranza costante, appuntando di tanto in tanto pensieri e linee guida per un saggio che non verrà mai concluso: Saggio sull’esotismo - Un’estetica del diverso, un’opera che copre circa quindici anni, dal 1904 al 1918 (Segalen scompare nel 1919). Dopo la Polinesia, Segalen vive in Cina per parecchi anni, poi Giappone, Birmania e Algeria – «come se, infinitamente plastico, Segalen avesse ottenuto il potere di connettere il proprio sistema nervoso alle sfere culturali più distanti dalla sua, al fine di estrarne i materiali meno mediatizzati attraverso il filtro del suo quadro di pensiero europeo»2.

Cominciare dalla sensazione d’Esotismo. Terreno solido e sfuggente. Scartare senza esitazioni ciò che contiene di banale: palme e cammelli. Victor Segalen, Saggio Sull’Esotismo

Quello che segue è un libero taglia/incolla dalla traduzione italiana Saggio sull’esotismo, pubblicata nel 1983 da ‘edizioni il cavaliere azzurro’; da leggere a pezzi e usare quasi come un dizionario, su cui tornare ogni tanto. La stesura ad appunti asseconda la lettura online al punto che alcune parole chiave su cui Segalen torna di continuo possono essere considerate degli hashtag antelitteram.

Orso in Piedi (Sioux), La visione di Alce Nera, acquerello, 1956
Orso in Piedi (Sioux), La visione di Alce Nera, acquerello, 1956

Ma ha ancora senso parlare di Esotismo ad oltre un secolo di distanza dalle elucubrazioni di Segalen? L’autore francese ha iniziato a teorizzare l’Exotisme come la capacità di concepire altrimenti, di amare la differenza in quanto unica fuga estetica possibile dalla monotonia della moderna società capitalista e dalla conseguente suddivisione del lavoro. Per questo slancio di fuga dalla banalità, l’esotismo di Segalen viene accostato al Bovarismo: il desiderio di costruirsi una personalità e sfuggire da una realtà sempre uguale a sé stessa.

Segalen definisce l’Esota come colui che riesce a tornare a sè dopo aver attraversato il diverso; questa è la sua grande lezione. Che annulla tanto lo sguardo coloniale e missionario dei suoi tempi quanto quello imperialista e razzista che si manifesta oggi, come allora. «Quando un europeo soggiorna in Polinesia o in Cina, due realtà si misurano senza tuttavia annullarsi, poichè partecipano entrambe a un medesimo spazio-tempo: l’esota e l’esotico coproducono il diverso perchè elaborano attraverso la negoziazione un oggetto relazionale nel quale nessuna delle due parti si cancella»3. Consapevoli della propria individualità gli esoti sarebbero in grado di percepire ciò che è diverso e di apprezzare la diversità ed esplorarne le sue manifestazioni.

Infine ci chiediamo: perchè usare oggi una parola così compromessa? Già negli appunti che compongono questo proposito di saggio, Segalen dichiara di volerla purificare e riportare al suo senso originario, riscattandola da una connotazione che da allora è andata solo aggravandosi. Esistono alternative al vocabolo ‘esotismo’, oggi? Pensiamo a philoxenia, generalmente tradotta come ‘ospitalità’ ma che vuol dire letteralmente amore per il diverso, a prescindere dalla collocazione geografica e temporale. Anche se usualmente tradotta come ospitalità, philoxenia ammette due direzioni: nel senso più greco del termine è una win-win situation. L’esotismo no. D’altro canto, di fronte alla crisi dei confini europei, la philoxenia è stata invocata dalle autorità statali come tratto ellenico congenito per difendersi dalle critiche rispetto alle violazioni dei diritti umani dei migranti4. Anche Jacques Derrida arriva ad identificare il principio di ospitalità con l’etica come base per la cultura: non c’è cultura senza ospitalità e scambio5. Utilizzare una parola di origine greca è già di per sé indice di etnocentrismo, ce ne saranno forse altre nel mondo per dire quello che Segalen non è mai riuscito a portare a termine? Per dirla con le parole di Andrea Lee, scrittrice afroamericana di base a Torino:

«in the end, no one has come up with a good definition of exoticism. We all use the word carelessly, complicit with the ineradicable tinge of tawdriness that it always carries with it. And still it never loses its strange power».6

SOMMARIO

Nascita del Diverso.
Genesi del Mondo Esterno.
La sensazione del Diverso.
Il sapore d’Esotismo.
Esotismo dei Sessi.
Dell’espressione del Diverso.
Per mezzo dei differenti Sensi…
Per messo delle differenti Arti. — A questo proposito si inserirebbe l’Esotismo delle differenti arti tra loro.

[…]

L’autore e la sua Espressione del Diverso.
Stili veramente Esotici.

[…]

Possibilità di un’attitudine critica il cui perno sarebbe una pura attitudine esotico.
La Degradazione dell’Esotismo.
Gobineau: De l’Inégalité.
Esotismo Etno-geografico: del giorno in cui si è riscoperto che la terra è tonda.
Il turismo.
Esotismo del Divino.

  1. in rapporto all’uomo.
  2. delle Divinità tra loro, a condizione che l’uomo sposi una religione […].


L’esotismo della Natura.
Ultimo capitolo.
L’Esotismo Universale o meglio l’Esotismo Essenziale.

Argomento: la Nozione scelta, il sentimento del Diverso, l’attitudine speciale del soggetto per l’oggetto che ha inglobato ogni pensiero, l’essere pensante (sempre attraverso il meccanismo indù) si ritrova faccia a faccia con se stesso. Ecco l’Esotismo Universale, l’Esotismo Essenziale. Ma ancora, come vuole la legge del Bovarismo essenziale, non ignora affatto che concependosi non può che concepirsi altro da ciò che è.

E si rallegra nella sua diversità.

Esotismo al contrario. Ph: Invernomuto, Pico, still da video (detail), 2017
Esotismo al contrario. Invernomuto, Pico (detail), still da video, 2017

[…]

Fare meno citazioni possibili.
Argomento: Parallelismo tra la lontananza nel passato (Storicismo) e quella nello spazio (Esotismo).
Studiare ognuno dei sensi in rapporto all’esotismo: la vista, i cieli. L’udito: musiche esotiche. L’odorato soprattutto. Il gusto e il tatto inesistenti.
L’esotismo sessuale.
La vista. I pittori esotici. Il pittore romanziere (Fromentin). Guaguin.
La sensazione d’esotismo: sorpresa. Il suo rapido affievolirsi.
L’esotismo è spesso «tropicale». Alberi di cocco e cieli torridi.
Non esiste quasi un esotismo polare.

[…]

DAL 1904 ALLA PARTENZA PER LA CINA NELL’APRILE 1909

Voglio fissare le mie diverse visioni di esotismo futuro – o anche passato – in una sequenza ordinata di pagine, quasi poemi in prosa, evidenti e ritmati il più possibile… Come! Delle impressioni di viaggio, allora? Assolutamente no.

[…]

Cominciare dalla sensazione d’Esotismo. Terreno solido e sfuggente. Scartare senza esitazioni ciò che contiene di banale: palme e cammelli. Dedicarsi al sapore essenziale. Non cercare di descriverlo, ma indicarlo a chi è capace di poterlo gustare con ebbrezza…
Poi tutto il piano qui sotto… in una serie di saggi ben definiti. Fare poche citazioni. Non si tratta di critica letteraria.
Poi estendere a poco a poco la nozione di Esotismo, come quella di Bovarismo: (procedimento Indù):

– all’altro sesso. Agli animali. (Ma non ai pazzi nei quali ci riconosciamo bene).
– alla storia. Passato o futuro. Sperduta fuga dal Meschino Presente.
– a Tutto. L’Esotismo universale. Il potere di Concepire altrimenti.

Opporsi al sapore dell’Individualismo. Farne un buon punto di partenza. Un buon alimento. Un bello spettacolo.

1 – L’amore degli altri mondi, ad esempio sonoro. Spogliare l’esotismo di ciò che ha di «geografico».

Definizione del prefisso Eso nella più vasta accezione possibile. Tutto ciò che è «al di fuori» della globalità dei nostri fatti di coscienza attuali, quotidiani, tutto ciò che non è nella nostra «tonalità mentale» abituale.

[…]

Ritornare sulla Sensazione d’Esotismo. Tutto il lavoro non si occuperà che di sensazioni trattate in un certo senso come entità irriducibili. Studieremo dunque:

1° La sensazionde d’Esotismo nello spazio, nella nostra epoca, nei nostri cervelli contemporanei; secondo il seguente piano:

a) Eziologia. Causa: non adattamento all’ambiente.
b) Sviluppo. La sua sostanza effimera. Scompare con l’addattamento all’ambiente.
c) L’utilizzazione che se ne può fare in:
Musica
Arti Plastiche
Letteratura (Prima mano, Seconda mano)
Le incertezze in questa sensazione. La sua assenza = Déjà-Vu. La sua evoluzione attraverso le epoche. Fino a noi ed oltre.

Parigi, 11 dicembre 1908

Dell’esotismo come Estetica del Diverso.
Introduzione: La nozione di esotismo. Il diverso.

Innanzitutto sgomberare il terreno. Bisogna eliminare tutto ciò che la parola esotismo ha di abusato e di rancido. Spogliarlo dai suoi orpelli; le palme e i cammelli; il casco coloniale; le pelli nere e il sole giallo; e nello stesso tempo sbarazzarsi di tutti coloro che li hanno usati come sciocca facondia.

Esotismo al contrario. Invernomuto, Pico, still da video, 2017
Esotismo al contrario. Invernomuto, Pico (detail), still da video, 2017

[…]

Poi, spogliare la parola esotismo della sua accezione esclusivamente tropicale, geografica. L’esotismo non è dato solo nello spazio, ma è ugualmente in funzione del Tempo.
E arrivare a definire, a stabilire velocemente la sensazione d’Esotismo: che non è altro che la nozione del differente; la percezione del Diverso; la conoscenza che esiste qualcosa che non siamo noi e il potere d’esotismo che non è altro che il potere di concepire altrimenti.
Giunti a a questa progressiva Riduzione di una nozione in apparenza così vasta che all’inizio sembrava comprendere il Mondo e i Mondi; spogliatala delle innumerevoli scorie, delle sbavature, delle macchie, dei fermenti e delle muffe che un uso così continuato – tante bocche e tante mani prostitutrice e turistiche – le avevano lasciato; ottenuta, infine, questa nozione, allo stato di idea chiara e completamente viva, permettendole quindi di rimettersi in carne e, come un germe, questa volta puro, di svilupparsi liberamente, gioiosamente, senza freni ma senza sovraccarichi; che si impadronisca di tutte le ricchezze sensoriali ed intellegibili che incontrerà in questa sua uscita e, gonfiandosi di tutto, a sua volta abbellisca e rigeneri tutto.

[…]

Ora, esistono, fra la gente, dei viaggiatori-nati; degli esoti. Costoro riconosceranno, sotto l’arido o freddo tradimento delle frasi e delle parole, quelle indimenticabili emozioni date dai momenti che ho ricordato: il momento dell’Esotismo. Essi confesseranno, senza contravvenire alle due formidabili leggi che abbiamo citato e che racchiudono l’essere universale, che questo, come si è detto, mette in evidenza lo stesso sapore del gioco delle sue leggi: l’ebrezza del soggetto concepire il suo oggetto, nel sentire il Diverso. Senza dubbio non si riuscirà a inventare niente di più. Ma ho per essi questa speranza, che il gusto sarà in seguito più grande e più tenace, e smisurata la libertà del suo gioco; ed è per loro che io scrivo.

Poi seguirà una serie di Saggi derivanti, in virtù di questo «sviluppo» spontaneo, dalla nozione del Diverso.

I

L’individualismo

Solo coloro che possiedono una forte individualità possono sentire la Differenza.
In virtù della legge: ogni soggetto pensante presuppone un oggetto, dobbiamo ritenere che la nozione di Differenza implichi innanzitutto un punto di partenza individuale.
Che assaporeranno pienamente quella meravigliosa sensazione coloro che intuiranno cosa sono e cosa non sono.
L’esotismo non è dunque lo stato caleidoscopico del turista e del mediocre spettatore, ma la reazione viva e curiosa per l’urto di una forte indivisualità e un’oggettività di cui essa percepisce e degusta la distanza. (Le sensazioni di Esotismo e di Individualismo sono complementari).
L’Esotismo non è dunque un adattamento; non è la perfetta comprensione di un fuori-da-sé che si rinchiuderebbe in sé, ma l’acuta e immediata percezione di un’eterna incomprensibilità.
Iniziamo dunque da questa confessione d’impenetrabilità. Non illudiamoci d’assimilare gli usi, le razze, le nazioni. gli altri; al contrario rallegriamoci di non poterlo mai fare; ci riserviamo così il perdurare del piacere del sentire il Diverso.

[…]

II

L’esotismo della Natura

È la nostra prima esperienza d’esotismo. Il mondo esterno è ciò che si differenzia immediatamente da noi. Eviteremo le vecchie diatribe sulle realtà delle cose. Oh! Cosa importa se ci commovono! Ora, il sentimento della natura non è esistito che nel momento in cui l’uomo ha saputo concepirla differente da sé.

[…]

III

L’Esotismo delle piante e degli animali

Lo scarto è meno sensibile. Meno sensibile il sapore; ma la qualità della sensazione è più obliqua e inquiteante. (E tanto più inquietante quanto più a noi è vicino il livello della scala. Una pietra non è mai mostruosa se si muove o assume una forma animata. Un albero non fa paura se non assume forme spettrali).

IV

L’Esotismo delle Specie umane

Quasi dello stesso tipo. Ma letterariamente è il solo verificato. (Scartiamo una differenza illusoria: quella tra i savi ed i pazzi. Non c’è esotismo nel considerare Coloro-Che-Sragionano: ci ritroviamo così bene in Loro!).
Le sue innumerevoli prostituzioni.
I suoi livelli: il «Ricordo del viaggio». Le «impressioni»…

Orso in Piedi (Sioux), La visione di Alce Nera, acquerello, 1956
Orso in Piedi (Sioux), La visione di Alce Nera, acquerello, 1956

V

Ad un altro livello: la Presentazione diretta della materia esotica attraverso un transfert operato dalla forma (vedere il progetto della prosa esotica).

VI

L’Impenetrabilità delle razze

Che non è altro che l’estensione, alle razze, dell’impenetrabilità degli Individui.
Il tradimento del linguaggio, e delle lingue.

VII

L’Esotismo della Morale

L’abbrutimento della morale. I bei drammi e le belle agonie delle razze che si susseguono.

VIII

Del perfezionamento dei Viaggi e delle minacce che derivano per la persistenza del sapore d’esotismo.

[…]

IX

L’Esotismo della razza

L’Esotismo extra-terrestre.
I Mondi Marziani e altri.

[…]

X

L’Esotismo parasensoriale: ossia la costruzione di un mondo differente dal nostro attraverso la scelta della sensazione predominante (Mondo sonoro, olfattivo, ecc.) oppure attraverso differenti proprietà dello Spazio: Spazio a quattro dimensioni.

Righeira, Vamos a la Playa, A&M Records, 1983
Esotismo nostrano. Righeira, Vamos a la Playa, A&M Records, 1983

XI

L’Esotismo nel Tempo. Indietro: la storia. Fuga dallo spregevole e meschino presente. Gli «altrove» e gli «un tempo».

XII

L’a-venire.

XIII

Infine la Nozione scelta, il modo di vedere il mondo attorno a sé, poiche l’attitudine del soggetto per l’oggetto ha smisuratamente inglobato ogni pensiero, l’essere cosciente (secondo il meccanismo indù) si ritrova faccia a faccia con se stesso.

[…]

Ma qui ancora sa che concependo se stesso non può che concepirsi altro da ciò che è. — E si rallegra della sua Diversità.

[…]

Parigi, dicembre 1908

La mia capacità di sentire il Diverso e di riconoscerne la bellezza mi porta quindi a detestare tutti coloro che hanno tentato di sminuirlo (nelle idee e nella forma) o che lo hanno negato, costruendo noiose sintesi. Gli Schuré, talvolta Péladan, i teosofi sempre e molti occultisti…
Altri, pseudo-Esoti (i Loti e i turisti non furono meno disastrosi. Li definisco i Mezzani della Sensazione del Diverso).

Dicembre 1908

Antinomia tra: il diverso delle razze umane, l’esotismo delle razze e la legge di costanza intellettuale.

[…]

Esiste una curiosa contrapposizione tra sentimento della Natura e la Vita nella Natura. Osserviamo, ascoltiamo e degustiamo la natura con grande gioia estetica solo quando ne siamo un po’ distanti, differenziati. La cosa assume un singolare valore se, come mi detta il giuoco del mio pensiero, sostituisco la parola sentimento con la parola Esotismo: Esotismo della Natura: non può esistere se non quando la si senta differente da noi.

Esotismo autentico, Florian Meyer/Don't Dj, lecture a MASH 2016, Milano
Esotismo autentico. Florian Meyer/Don’t Dj, lecture a MASH 2016, Milano. Victor Segalen è rappresentato nella proiezione

[…]

Ci sono correlazioni perfino nella tecnica: chi parla è un centauro e parla «alla centauro» (alla Maori). Così Terii descrive con compassione «questi uomini pallidi dalle mani ridicole», e ugualmente il centauro disprezza l’uomo… «centauro abbattuto dagli déi e ridotto da essi a trascinarsi così». È la vera e propria «scossa esotica» che rovescia i valori umani!

[…]

È probabile che uno dei caratteri dell’Esota sia la libertà, il fatto cioè di essere liberi di fronte all’oggetto che egli descrive o che sente, almeno nella fase finale, quando egli se n’è allontanato.

[…]

13 gennaio 1909

Sgombero: il Colono, il Funzionario coloniale.
Non sono nient’altro che degli Esoti! Per il primo ciò che conta è il più commerciale interesse per il commercio indigeno. Per lui il Diverso non esiste se non per quel tanto che gli servirà come mezzo di guadagno. Quanto all’altro, la stessa nozione di un’amministrazione centralizzata e di leggi buone per tutti e che bisogna applicare, gli altera rapidamente ogni giudizio, rendendolo sordo alle disarmonie (o armonie del Diverso). Nessuno di loro può definirsi un contemplatore estetico. Proprio per questo fatto la letteratura «coloniale» non ci riguarda. O, paradossalmente, nasce in seguito alla lettura di «colonizzatori» entusiasti, i Leblond (Loued)…

[…]

21 febbraio 1909

La diffierenziazione fra le arti: ciò che è caratteristico della musica, della pittura, ecc. il contrario esatto delle sinestesie. La mia palinodia.
La palinodia della mie sinestesie.
Proibirmi per un po’ di tempo tutti i paragoni tra le differenti arti. Non tentare di giustificare il realismo non stilistico di Moussorgsky con la necessaria stilizzazione ed il disprezzo del realismo pittorico.
Si o no? Pensarci su. Forse, atteggiamento provvisorio, prudente.

Susumu Yokota, Sakura.
Susumu Yokota, Sakura, Leaf, 2000

IN CINA DAL 1900 AL 1914

[…]

42 novembre 1909. Pi K’eou.

Appunti vari.
Esotismo nel bambino. L’esotismo nasce per lui assieme alla scoperta del mondo esterno. Gradazione: all’inizio è esotico per lui tutto ciò che le sue braccia non possono raggiungere. Tutto questo si confonde col Misterioso. Non appena è uscito dalla culla, l’esotismo si ampia e diventa quello delle quattro mura della sua stanza. Quando esce, violenta perizia, rientro. Integra la sua sensazione dell’altrove nel suo ambiente; vive violentemente nel vasto mondo della casa. È esotico tutto quello che il bambino vuole.

[…]

28 aprile 1910.

Saggi
per un «Saggio sull’Esotismo»
Armenti Erranti
(in stile semi-pastorale, semi-mandria, semi-fattoria)

Se almeno fossero selvaggi! E invece no, sono le mandrie più dolci, le più facili da guidare, da aggiogare, da castrare. E se hanno talvolta dei bruschi soprassalti? (è cosa di poca importanza… i danni sono materiali…). - I loro antenati? Sono forse quegli arditi viaggiatori che a causa di queste brusche variazioni da esploratori divennero turisti…? Niente affatto! non hanno niente in comune con loro! Essi sono «emigrati» di fronte alla civiltà, come si dice garbatamente delle speranze animali in decadenza… E fanno altre cose, più lontano o meglio. I loro antenati? Sono semplicemente i sedentari di una volta. E, in un mondo di velocità e distanze sempre maggiori, essi ritrovano le loro calze di lana, la loro economia, le loro poltrone e le loro sieste. Ma non temiamo di dissimulare ancora. Parliamo qui dei turisti; e dei mezzi per evitarli.

– I loro usi. I loro costumi.
– Le modifiche che essi comportano, le loro distruzioni. I rifiuti. Le misure difensive più terribili.

[…]

Aggiungere i Falsi Esploratori.
A vedere quello che sono, ciò che distruggono, si potrebbe essere presi da una gran paura, dal punto di vista dell’esotismo puro. La cosa deve essere esaminata. Definizione dell’esotismo che sarà ripresa poi. Le mandrie di turisti, a migliaia. Americani. Missione Belga che compra in un quarto d’ora per 22000 dollari, ossia 40 franchi al secondo (è così che si valuta ormai il «gusto»). Ma, farsi coraggio, l’Esotismo ed i veri Esoti non hanno niente a che fare con tutto questo. Sappiamo che è già esistita la stessa falsa emozione tra i pittori: fotografia, poi fotografia a colori. Il meccanismo e la sensibilità umane. Solo il primo può variare; la seconda è invariabile. E se il turismo attenua veramente l’esotismo dei paesi, ciò è dovuto al fatto che si trattava di una forma grossolana, comoda, e che gliela si può lasciar in pasto rifugiandosi poi sulle vette più gelide.

[…]

1911.

La sensazione d’Esotismo, non solo non soffoca, ma accresce la personalità, l’arricchisce.
La discriminazione avviene attraverso la sensazione del diverso. Coloro che sono capaci di gustarla ne sono rinforzati, accresciuti, intensificati. Essa annienta le altre. Se annienta anche la loro personalità, quanto era debole, o fatta di altro che non di una genuina attitudine all’esotismo!
L’esota, dal profondo delle sue zolle di terra patriarcale, chiama, desidera, subodora degli al di là. Ma, abitando questi al di là, pur contornandoli, abbracciandoli, assaporandoli, ecco che la Zolla, il Territorio, diventano improvvisamente e prepontemente Diverso. Da questo doppio gioco bilanciato un’instancabile, inesauribile diversità. (Consigli al buon Viaggiatore). Ne è un chiaro esempio Jules Boissière, felibro provenzale, che scrisse i suoi più bei versi ad Hanoi. Gauguin, morendo, dipinge il campanile bretone rosa pallido sotto la neve. Boissière ha lasciato maturare al sole dei tropici il bel frutto provenzale. Ricchezze in più, mescolate ma ordinate. Ridicolo di quelli della sola terra; — e nulla ci sarebbe di assimilabile? Ebbene, conveniamone: anche se non trovassimo fuori di noi i nutrimenti materni, saranno forse finite le bevande ed i succhi? Tutto quello che si beve o che si respira è destinato a trasformarsi in ossa e muscoli? Non dimentichiamo il gioco delle idee. Ma no, i veri alimenti sono ovunque. Ciò che manca sono i veri appetiti.

[…]

Tien-tsin 1911.

L’Esotismo non riguarda affatto i romanzieri esotici, ma i grandi artisti.

Tien-tsin, 2 giugno 1911.

Esotismo geografico.
La rottura, il disinganno del mondo sferico al posto del mondo piatto.

[…]

Allontanarsi da un punto su una sfera significa cominciare già ad avvicinarsi! La sfera è la Monotonia. I poli niente altro che finzioni. Solo il centro? Con la sua assenza di pesantezza.
È così che è iniziato il turimo! Da quando si è saputo che il mondo è sferico. Allora il «Turismo» sarebbe la denominazione generale di un’errata attitudine esotica. E anche una parte del vocabolario del viaggio. Trasferirlo al mio vero esotismo. Nostalgia, salpamento soprattutto, termini marinareschi.

[…]

Non lo nasconderò: questo libro deluderà i più. Malgrado il suo titolo esotico non può trattare di tropici e di alberi di cocco, né di colonie o anime negre, né di cammelli, né di vascelli, né di grandi mareggiate, né di odori, né di spezie, né di Isole incantate, né di incomprensioni, né di rivolte indigene, né del nulla e della morte, né di lacrime di colore, né di pensiero giallo, né di stranezze, né di alcuna «buffonata» che la parola «Esotismo» contiene nella sua accezione quotidiana. Ancora meno si parlerà di tutti quelli che gli hanno conferito questa accezione. Poiché è così che fu compromesso e gonfiato. Si è gonfiato tanto che sta per scoppiare, spaccarsi, vuotarsi del tutto. Sarebbe stato meglio evitare un vocabolo così pericoloso, così carico, così equivoco. Crearne un altro; oppure stravolgere e violentare un vocabolo di minor rilievo. Ho preferito tentare l’avventura e conservare questo, che mi è sembrato valido, ancora solido malgrado il cattivo uso, e cercare, togliendogli finalmente le incrostrazioni, di restituirgli, assieme al suo primitivo valore tutto il primato di questo valore. Così ringiovanito, oso credere che esso avrà l’inatteso carattere di un neologismo, senza spartirne l’asprezza e l’acidità. Esotismo; sia ben chiaro che io intendo con questo una sola cosa ma smisurata: il sentimento che noi abbiamo del Diverso.

[…]

Senza data, probabilmente del 1912.

A fianco della condizione Conoscenza, creare la condizione di chiaroveggenza, non nichilista né distruttrice.

12 aprile 1912.

L’expertise e la collezione

Riunire oggetti che a volte hanno come unica qualità quella di differire leggermente tra loro è ancora un omaggio – talora grossolano – reso alla Differenza. Il collezionista crede volgarmente, o si crede che lo faccia, di riunire un certo numero di pezzi «simili» o analoghi… che errore! È nella Differenza che sta tutto l’interesse. Più la Differenza è sottile, indiscernibile, più si risveglia e si acuisce il senso del Diverso. Rosso e verde? No. Rosso e rossastro e poi rosso e rosso, con un divisionismo senza limiti. L’agglomerazione degli oggetti facilita il giudizio che li «discerne», il «discernimento». Ogni serie, ogni gradazione, ogni paragone produce la varietà, la diversità. Separati, gli oggetti parevano vagamente simili, omogenei; riuniti si oppongono o per lo meno «esistono» con tanta più intensità quanto la materia, più ricca e malleabile, ha più mezzi e modalità sfumate.

4 gennaio 1913.

Senza coltivare il paradosso, devo tuttavia accettarlo o addirittura proporlo quando è necessario. La parte positiva di questo libro, la base, il trampolino, deve innanzitutto esserne una pura negazione: devo ripulire la parola «Esotico», di tutte le nozioni troppo positive di cui è stato fino a oggi soffocato. Bisogna vuotare, spolverare, per poi tentare di riempire non un otre rimasto vuoto e che sa ancora un po’ di aceto; bisogna proprio spaccarlo, l’otre, perchè non se ne parli più. La parola esotismo avrà allora riacquistato la sua purezza originale e non esprimerà altro che il sentimento che si ha della purezza e dell’intensità del Diverso.

[…]

8 ottobre 1917. Partenza da Haifong.

Primo libro: la Degradazione del Diverso.
Secondo libro: Ora il Diverso è fonte di ogni energia.
Libro terzo: la Re-integrazione del Diverso.
Così tutto il libro diventa un dramma. Un libro in azione: Verifica – Disperazione – Ripresa

Degradazione dell’Esotismo. Lanciare grandi geremiadi con modi di disperato vaticinio. Prendere come grossolano primo esempio il Diverso geografico, il solo conosciuto, di ci si sia occupati. Mostrare che esso è il solo a degradarsi. Fare così la rassegna degli esotismi in decadenza. Geografico. Poi nell’uomo: esotismo di Dio per l’uomo, degli eroi per l’uomo, del e per il popolo. Tutto questo in piena decadenza. (Logico occuparmi della guerra ma solo in quanto esotismo, perchè l’esotismo è una prova totale, la faccia di uno specchio che io dirigo su tutti i fatti che mi circondano. La guerra è un fatto).
Gli esotismi intatti o in potenza: Donna, Musica ed in generale ogni sentimento artistico.

[…]

Una delle manifestazioni più semplici e grossolane del Diverso, rispetto all’uomo, è la sua realizzazione geografica nei climi, nella fauna e nella flora. In realtà è la sola conosciuta sotto questo nome. È il Diverso volgarizzato, il Diverso alla portata di tutti. Può essere utile come esempio generale e, malgrado la sua volgarità, bisogna farla finita con lui. Essendo il solo conosciuto, ha introdotto falsi valori: è grazie a lui che «coloniale» ed «esotismo» hanno preso a designare, in un certo campo della letteratura, valori analoghi, che come David che racchiudeva l’immensa musica del deserto sconfinato nel passaggio dei cammelli, come una bianca che vive con un nero, si è creduto che bastasse cambiare colore o più semplicemente temperatura…

Il «coloniale» è esotico ma l’esotismo oltrepassa di gran lunga il coloniale.
(Tutte quelle sciocchezze su: caschi, cammelli, orsi ballerini… rimandarle a dopo).
Per farla breve, studierò qui l’esotismo geografico.



Due grandi direttive, a seconda che ci si metta sui meridiani o sui paralleli; a seconda che si proceda da uno dei poli verso l’equatore o che si proceda lungo i paralleli. Chiamerò il primo Esotismo geografico in Latitudine; il seondo Esotismo geografico in Longitudine. Se invece si sale o si scende, avremo l’esotismo in altitudine. Per finire, la semplice enumerazione delle tre dimensioni ne evoce, se non il numero «n» delle dimensioni possibili, almeno la qualità. […]

Questi diversi esotismi hanno una gerarchia nella [?].

Il più appariscente, il primo nato, è l’Esotismo in latitudine. È lui che possiamo ritenere responsabile del cammello, del negro, delle palme…

[…] (aggiungere forse l’esotismo della montagna rispetto al mare).

[…]

Terminare la Prefazione con:
Questa universale, non è altro che la mia visione personale: artista: vedere il mondo, e poi esprimere la propria visione del mondo.


Notes
  1. Victor Segalen, Le isole dei senza memoria, Meltemi, 2000.  

  2. Nicolas Bourriaud, Il radicante - Per un'estetica della globalizzazione, postmedia books, 2014, p. 63. 

  3. ibid, p. 66. 

  4. Leonidas K Cheliotis, Behind the veil of philoxenia: The politics of immigration detention in Greece, 2013.  

  5. Nelle due lezioni sull'ospitalità tenute in un seminario nel 1996, Jacques Derrida si è interrogato su questo concetto sottolineando il contrasto fra la legge dell'ospitalità radicale e incondizionata e le leggi del diritto che regolano l'ospitalità tramite condizioni specifiche, che mettono l'ospite a priori in una condizione di disparità (Derrida e Dufourmantelle, Of Hospitality, 2000). 

  6. Andrea Lee, Notes on the Exotic, New Yorker, 2014. 

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I redattori hanno tentato di contattare la casa editrice detentrice dei diritti d'uso di Saggio sull'esotismo. Un'estetica del diverso., senza ottenere risposta. Per qualsiasi chiarimento in merito si prega di scrivere all'email indicata nella sezione 'About'.

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Marta Collini